Kefalonia
















 

LUOGHI DI INTERESSE STORICO, CULTURALE O RELIGIOSO



In diverse località dell'isola sono presenti castelli, rovine, ville antiche, torri e fortezze che testimoniano il passato e la storia di Cefalonia.




CASTELLO DI ASSOS


Assieme a quello di Aghios Georgios, il castello di Assos è uno splendido esempio dell’architettura militare dell’isola di Cefalonia.
La fortezza di Assos venne realizzata dai veneziani che nel XVI secolo fortificarono la sommità della collina rocciosa, alta 170 m, che occupa l’intera penisola di Assos.
Questa penisola che penetra nelle splendide acque blu del mar Ionio, ha come unico accesso una strettissima lingua di terra che la collega alla costa.
La fortezza di Assos venne edificata poiché nel lontano 1584 gli abitanti di Cefalonia chiesero alle autorità veneziane la fondazione di un secondo castello dopo quello di Aghios Gheorgios per la protezione più efficace dell’isola di Cefalonia di fronte alle incursioni dei pirati.
Le mura di cinta sono lunghe circa 2 km e la fortezza possiede 2 porte; quella principale lungo il lato orientale e una più piccola a sud.
Oggi si possono vedere le rovine delle possenti mura, dei bastioni, delle due porte, della residenza del Provveditore veneziano e della chiesa cattolica di San Marco.


CASTELLO DI AGHIOS GEORGHIOS


Il castello di Aghios Georghios, in italiano di San Giorgio, è il più antico dell’isola di Cefalonia e si trova all’interno, a sud di Argostoli, sulla sommità della collina nella zona di Livathò, sopra Peratata.
Fu inizialmente fortificato dai Bizantini e, data la sua posizione dominante sulla parte sud occidentale di Cefalonia, sorvegliava l’eventuale sbarco di pirati o invasori stranieri.
Durante il dominio veneziano fu costruita una cinta difensiva esterna rinforzata con bastioni, e la gente del tempo era solita rifugiarvisi nei momenti di pericolo. Nel 1757, quando Argostoli divenne capoluogo dell’isola di Cefalonia, il castello di San Giorgio iniziò a perdere la sua importanza e a decadere.
Il castello nella forma in cui si conserva oggi appare a pianta poligonale, con un perimetro di 600 metri ed occupa una superficie di 16.000 mq.
Nell’area circostante possiamo ancora vedere costruzioni che rappresentano i diversi periodi della storia del castello: rovine di chiese, spalti con feritoie e vedette, cisterne con i blasoni dei nobili veneziani, diversi magazzini ed i resti di un ponte che collegava gli spalti, al di sotto del quale c’era una galleria di sicurezza che sboccava nella laguna di Koutavos.


FARO DI AGHII THEODORI


Alle spalle della città di Argostoli e a breve distanza dal fenomeno naturale dei Katavothres troviamo il piccolo e romantico faro degli Aghii Theodori.
Il faro è una pregevole costruzione a pianta rotonda che era stata originariamente ideata dagli inglesi durante il loro periodo dioccupazione dell’isola di Cefalonia.



La costruzione originaria risaliva al 1820 ma, distrutta dai terremoti, venne ricostruita in tempi più moderni secondo quella che era la sua vecchia pianta.
Consigliamo di recarsi in questo luogo all’ora del tramonto poiché il faro visto con i colori del tramonto assume connotazioni veramente romantiche.




MONUMENTO AI CADUTI ITALIANI DIVISIONE AQUI


Ad Argostoli e precisamente alla fine della penisola si trovano il monumento ai caduti italiani della Divisione Aqui e la fossa dove vennero fucilati e poi lasciate le salme di parte dei 136 ufficiali.















Bisogna seguire la strada costiera che arriva prima al faro di Aghii Theodori e poi risale per tornare indietro verso Lassi. Nella zona collinare lungo la strada si troveranno le indicazioni per vedere sia il monumento che la fossa adiacente.

La Divisione Aqui era a Cefalonia durante la seconda guerra mondiale e con l'armistizio dell'8 settembre si è ritrovata contro la milizia tedesca.
La Divisione Aqui a differenza di altre decise di non arrendersi ai tedeschi ma di combattere ma non ebbe l'appoggio militare degli Alleati quindi resistette poco.
Il 21 settembre si arrese pensando di essere comunque tutelata dalla Convenzione di Ginevra invece nel giro di due giorni il 25 e il 26 settembre vennero fucilati tutti gli ufficiali e non.
A ricordo è stato creato questo monumento proprio di fianco alla fossa dove vennero ammassate le salme degli ufficiali italiani.
Il monumento, di notevoli dimensioni riporta su sei targhe i nomi di tutti i caduti.
Sono migliaia gli italiani che vennero uccisi e Cefalonia e fu un avvenimento tanto efferato che ancora oggi se ne parla.



GROTTA DI AGHIOS GERASIMOS


La storia di San Gerasimo da Cefalonia, narra di un uomo, Gerasimo, che nato in una ricca famiglia aristocratica sull’isola di Cefalonia, prese i voti e divenne monaco presso il Monte Athos.
Dopo l’esperienza monastica seguì un periodo di pellegrinaggio che lo portò per 12 anni a Gerusalemme, poi per un periodo sull’isola di Creta, poi a Zante ed infine, nel 1555, nuovamente a Cefalonia.
Una volta stabilitosi a Cefalonia, la tradizione ci racconta che visse i suoi primi 5 anni sull’isola in una grotta a sud est della città di Argostoli, nella zona di Lassi, dove praticò l’agricoltura e condusse una vita ascetica.
Inseguito fondò il monastero a cui è stato dato il suo nome che si trova vicino al villaggio di Peratata.
Oggi si accede alla grotta dalla chiesetta che porta lo stesso nome e che si trova nel villaggio di Lassi poco distante dalla via principale.
Ore di visita: 7.00- 13.00 e 15.00-21.00


TOMBA MICENEA DI POROS


Una scoperta fatta in tempi recenti (1992-94) da Yer. Metaxas ha portato alla luce, nei pressi di Tzannata, un'antica tomba Micenea a volta che ha permesso di capire che quest’are fu abitata dall’uomo fin da tempi antichissimi.
La tomba è la più grande e la meglio preservata tra tutte quelle che sono state rinvenute sull’isola di Cefalonia.
Con un diametro di 6,8 metri e un'altezza di 3,95 m venne costruita sopra ad una precedente tomba più piccola che crollò per cause sconosciute nel 1350 a. C.; si possono vedere ancora le pietre della tomba precedente incorporate a quella attuale.
Al suo interno sono state ritrovate diverse urne risalenti al XII secolo a.C. oltre a qualche oggetto in ceramica, gioielli e rappresentazioni.
Vicino a questa tomba è stato rinvenuto un ossario, durante gli scavi del quale sono stati trovate le ossa di 72 uomini che vi sono poi state messe dentro insieme agli altri ritrovamenti fatti.


CIMITERO ROMANO DI FISKARDO


Il cimitero romano di Fiskardo è stato scoperto nel 1993 e risale alla prima Era Cristiana (II-IV secolo dopo Cristo).
Durante gli scavi sono venute alla luce 47 tombe e si pensa che il cimitero sia molto più esteso e che continui sotto l'attuale strada costiera.
Ci sono diversi tipi di tombe:
- a piastrelle (il morto giace in una fossa sopra ad uno strato di piastrelle e ne è anche ricoperto)
- sepolture a vaso (sono vasi di ceramica molto grandi usati come sepolture di infanti e bambini)
- tombe rettangolari che includono anche un cuscino in pietra
- tombe monumentali (camere vere e proprie con anche la porta in pietra)
- sarcofagi (realizzati con un unico pezzo di pietra scavato)
Ne sono stati trovati due di sarcofagi ed hanno sui lati raffigurazioni in rilievo dell'Inferno, in uno è rappresentato il rapimento di Persefone.
Molte delle tombe ritrovate sono di famiglie intere che sono state seppellite insieme e in alcune, le più ricercate, sono stati trovati anche oggetti come specchi, orecchini, bracciali, vasi, monete e molto altro.




ROVINE DELL’ANTICA SAMI


L'antica città di Sami è stata scoperta leggermente a nord dell’odierno villaggio turistico di Sami, ai piedi del colle degli Aghii Fanendi.
Secondo quanto tramandatoci da Tucidide, Sami era già nell’antichità una delle quattro prosperose città dell’isola di Cefalonia; era una città prominente e prosperosa, abitata sin dai tempi del paleolitico.
In età classica la città di Sami attraversò un grande periodo di prosperità grazie allo sviluppo delle sue attività commerciali e all’esportazione di legname proveniente dal monte Ainos (Enos).
Scavi effettuati in epoca recente hanno portato alla luce le due cittadelle o Acropoli di Sami, parti di un antico acquedotto, tracce di quello che forse era un teatro e parti di un edificio romano conosciuto col nome di “Rakospito”.


ROVINE A SKALA


Nella zona sud dell’isola di Cefalonia, non lontano dalla bellissima pineta e dalla spiaggia di Skala sono stati scoperti nel 1957 i resti di un’antica villa di origine romana.
La villa si ritiene risalga al terzo secolo a.c. era decorata con grandi mosaici e bagni termali ed è stato stimato che il proprietario fosse un aristocratico romano. Sempre nei pressi del villaggio di Skala sono state scoperte le rovine di un tempio in stile dorico dedicato al culto del Dio Apollo e risalente al quinto secolo.


LE MURA CICLOPICHE


Qui a Cefalonia, a soli 3 km a est del capoluogo Argostoli, si trovano le rovine dell’antica Krani, composte principalmente da pareti con enormi blocchi di pietra che sono stati creati nel settimo secolo a.C.
Krani si trova alla fine della baia di Koutavos, costruita sulle colline che dominano la pianura della regione Krania.
Secondo lo stimato archeologo Marinatos, la pianura di Krania era anche il luogo principale della città antica. Ancora oggi sono ben visibili grandi sezioni di mura che ci ricordano l’antica arte greca nel sapere costruire fortificazioni; sono conosciute col nome di “mura ciclopiche” a causa dei grandi blocchi di pietra che le formano e risalgono al periodo Miceneo.
Sul lato sud della collina, che si chiama Riza, sono state rinvenute diverse camere funerarie del periodo pre-miceneo.
Riza fu utilizzata come necropoli per la città di Krani.




 
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